L'isola di Linosa

L'isola di Linosa è posta la centro del mediterraneo ed insieme all'isola di Lampedusa e Lampione fa parte dell’arcipelago delle Isole Pelagie. Linosa, a differenza della sorella Lampedusa, è di origine vulcanica. L’isola però fino a memoria d’uomo, non ha mai presentato alcuna attività vulcanica, come ad esempio acque calde o altri fenomeni connessi a questo tipo di attività. Linosa, anche se piccola (circa 5 Kmq.), ha la capacità di non farsi dimenticare mai, questo perché offre un paesaggio fantastico, difficile da trovare in altri posti, infatti oltre ad avere delle splendide acque, per la maggior parte dell’anno ci offre un paesaggio sempre verde e fiorito. Altro fiore all’occhiello dell’isola è quello di offrire tranquillità e serenità, anche se piena di turisti. Sarà strano, ma è la realtà. Penso che questo si verifichi perché la persona che mette piede a Linosa la ama subito e per tale motivo rispetta l’isola con vero amore. Inoltre, a Linosa, oltre a godervi il sole ed il mare, potrete svolgere anche attività ricreative, come ad esempio escursioni sulle nostre colline, da dove potrete apprezzare meglio ciò che vi circonda, oppure per chi se la sente, prodigarsi nelle attività subacquee con persone qualificate che troverete sull’isola.

Storia

Linosa, venne colonizzata nell’anno 1845, da un gruppo di 30 persone guidate dal capitano di fregata Bernardo Sanvisente, governatore di Ferdinando II° di Borbone, Re delle due Sicilie. Ora l’isola conta circa 450 abitanti (Linosani). Linosa, prima di essere battezzata con il nome attuale, è stata chiamata dai vari personaggi che vi sostavano “Lenusa” – “Algusa” – Aethusa” e forse anche “Gaulos”. In relazione ai nomi attribuiti all’isola nel corso degli anni, vi è una spiegazione che ci diede il Parroco don Onofrio Scifo (ormai non più con noi), che si ricollegava alla storia di altri luoghi che prendevano il nome di chi li scopriva oppure nomi di santi e ci fa alcuni esempi “Santos nel Brasile” chiamata così perché scoperta il I° Novembre, “Rio de Janeiro” che prima si chiamava “San Sebastiano di Rio de Janeiro”fu scoperta il giorno di San Sebastiano (20 gennaio).

Tartarughe

La Tartaruga marina (Caretta Caretta) della famiglia dei chelonidi. E’ la specie più comune del Mediterraneo. Respira con i polmoni ed é un animale a sangue freddo. La Tartaruga depone le uova come gli uccelli, ha il corpo ricoperto da squame, protetto da uno scudo dorsale (carapace) che si salda ad una piastra (piastrone ventrale). Solo la testa e le zampe sporgono da questa scatola protettiva. La nostra bella Tartaruga, la possiamo trovare anche nell’isola di Linosa ove si reca per deporre le uova nel periodo di luglio e agosto, sulla spiaggia di Pozzolana dopo aver scavato una buca, a livello dell'alta marea. In queste foto, possiamo vedere alcuni momenti relativi alla liberazione di diverse Tartarughe Caretta Caretta, messe in mare in occasione della trasmissione televisiva “Linea Blu” trasmessa su Rai 1. Queste attività, però, si svolgono quasi a cadenza giornaliera, poiché sull’isola di Linosa vengono portate le Tartarughe che rimangono impigliate nelle reti o ami, queste, dopo essere state curate ritornano nel loro abitat. La Tartaruga marina Caretta Caretta é protetta dalla legge italiana che ne vieta la pesca, la detenzione, il trasporto e il commercio.

Berta Maggiore

La Berta Maggiore (Calonectris - diomedea) e' un Procellariforme a distribuzione piuttosto limitata. Le sue popolazioni, infatti, sono localizzate qua e là in alcune isole e coste del Mediterraneo ed in Alcuni arcipelaghi dell'Atlantico più precisamente alle Canarie, Madera, Azzorre, Desertas, Porto Santo, Selvengens ed isole di Capo Verde). Certamente le più studiate sono quelle Atlantiche. Parecchi ed interessanti aspetti biologici sono stati pubblicati da Jouanin, Roux e Zino, che ha effettuato specifiche ricerche su questa specie alle Selvengens. In quest'Arcipelago vi é una popolazione molto consistente, tanto che questi ricercatori in soli quindici giorni (distribuiti tra il 1968 ed il 1972) hanno inanellato cerca 11.400 pulcini. In tal modo peraltro essi hanno potuto accertare che i giovani tornano al sito di nascita per la riproduzione non prima dell'età di cinque anni. Questo dato é stato recentemente confermato dagli ornitologi tedeschi Ristow, C. e M.Mink, che hanno studiato la Berta Maggiore per undici anni in un'isola dell'Egeo. In pratica le ricerche pubblicate da questi autori e quelle dell'inglese Vaughan a LINOSA rappresentano le uniche fonti d'informazione sulla biologia di questo singolare uccello nel Mediterraneo. Ma vediamo di farne una rapida sintesi. Si conosce ancora poco degli spostamenti invernali. E' certo che esiste una grand'area di svernamento in grandi zone del Canale di Sicilia, coste della Tunisia e della Libia. Probabilmente alcune popolazioni o percentuali d'esse, sono migratorie, altre sedentarie.Sono in ogni modo numerosissimi gli individui che svernano nell'Atlantico. Infatti, Telleria (1980), che ha effettuato osservazioni nello stretto di Gibilterra in ottobre-novembre, ha stimato circa 100.000 individui in transito verso l'Oceano. Si trattava con molta probabilità di popolazioni mediterraneo-occidentali. Il ritorno ai siti di nidificazione avviene a partire da febbraio, ma soprattutto in marzo. L'ornitologo tedesco Heinze scrive nel 1979 di aver osservato alla fine di questo mese nel golfo di Hammamet circa 35.000 individui in continua migrazione. Certamente in aprile le colonie sono già al completo nel loro sito di riproduzione. Anche noi a LINOSA alla fine di questo mese abbiamo trovato l'intera colonia in piena attività. E' in questo periodo che si possono sentire con facilità i caratteristici canti della Berta Maggiore, una specie di lamento simile al pianto di un neonato, che ha dato luogo in passato ad interpretazioni piene di fantasia e di mito. Gli antichi credevano che le Berte fossero la reincarnazione degli antenati, i greci identificavano nella loro voce il grido lamentoso dei guerrieri di Diomede morti in battaglia. Non a caso alle isole Tremiti le Berte sono chiamate Diomedee. Diversamente da quanto fosse conosciuto, Reistow, C. e M.Wink hanno individuato un notevole dimorfismo nel canto dei due sessi. Ascoltando i caratteristici duetti si può avere subito questa precisa sensazione: il maschio ha un tono più penetrante mentre la femmina e' più rauca. La deposizione delle uova data nella seconda quindicina di maggio. L'incubazione dell'unico uovo deposto, curata da ambo i sessi anche per 8-9 giorni consecutivi, ha la durata di circa 54 giorni. Il peso dell'adulto che cova, in alcuni casi può decrescere di 15-20 grammi il giorno. La nascita del pulcino avviene tra il dieci e il venti di luglio. Esso e' nutrito quasi giornalmente per le prime 6-8 settimane, poi ad intervalli regolari. Il suo peso cresce rapidamente ed e' massimo alla metà di settembre. In questo periodo il pulcino può superare del 70% il peso dell'adulto. Successivamente, con la crescita delle penne in sostituzione del grigio piumino, il grasso accumulato si andrà esaurendo, e il piumaggio si farà sempre più fitto e unto per essere perfettamente impermeabile. Le colonie sono composte d'individui nidificanti ed individui non nidificanti. L'attività di questi ultimi e' poco nota, ma sembra che ogni notte regolarmente frequentino i siti di nidificazione e siano molto fedeli alla propria tana. La fedeltà al sito e' molto tenace, al punto che un individuo nidificante e' stato rinvenuto dai tedeschi nell'Egeo per undici stagioni riproduttive consecutive, sempre nella stessa tana. Sembra che la mortalità giovanile sia oscillante tra il 7% e il 15%. L'individuo più vecchio fino ad ora riscontrato, tramite gli inanellamenti, aveva sedici anni. Ritengo che uno degli aspetti più interessanti della biologia di questa Procellariforme sia la sua attività in mare, il ritorno notturno a terra ed il riconoscimento della tana in un paesaggio generalmente molto omogeneo. Le zone di nidificazione sono raggiunte nel pomeriggio, ma fino all'imbrunire le intere colonie formano assembramenti in mare, sempre più sotto costa. Esse entrano a terra solo quando é calato il buio. Se la luna e' piena o quasi, l'entrata e' ancora ritardata fino al suo tramonto. Alle prime luci dell'alba avviene l'esodo in massa verso il mare. La partenza d'adulti e giovani dai siti di nidificazione avviene in ottobre-novembre. Nonostante sia ancora in uso in alcune Isole il prelievo dei pulcini per scopi alimentari, la Berta Maggiore può essere ancora considerato stabile e ben diffusa, particolarmente nella località di Mannarazza nell'Isola di LINOSA.